Rallentare i ritmi
I bambini del nostro tempo vivono spesso il periodo dell’anno scolastico come un accavallarsi di eventi che si susseguono. La scuola che occupa loro gran parte della giornata, lo sport o le attività extra scolastiche che richiedono rapidi spostamenti da un luogo all’altro della città e che lasciano ai bambini poco spazio per giocare in libertà. Purtroppo i tempi moderni impongono agli adulti e ai bimbi di essere sempre performanti, le attività sono sempre organizzate nei minimi dettagli e non lasciano spazio alla creatività e al gioco libero. Sappiamo che queste carenze, sia per gli adulti che per i piccini, comportano grande dispendio energetico e sono grande fonte di stress. Per questi motivi riteniamo che i bambini debbano avere la possibilità di sperimentarsi, di crescere giocando tra loro, di imparare a relazionarsi. Uno degli obiettivi che ci poniamo nel pensare le attività che vorremmo proporre è quello di lasciare ai bambini il tempo loro necessario. Esplorare, giocare, analizzare e imparare sono attività che richiedono tempo e che se fatte con il rimo giusto diventano divertenti e emozionanti. Proprio per questi motivi le attività sono pensate per i bambini e con i bambini.
I bambini di oggi sovente non sanno riempire il tempo “vuoto”. Nella nostra società non è ammesso annoiarsi, soffermarsi a riflettere troppo a lungo, ma ogni momento deve essere riempito, ogni attimo deve essere divertente e emozionante. I bambini devono invece riapprendere a gestire gli spazi e i tempi, se necessario devono provare la noia per poterla riconoscere e saperla affrontare.
I bambini del nostro tempo vivono spesso il periodo dell’anno scolastico come un accavallarsi di eventi che si susseguono. La scuola che occupa loro gran parte della giornata, lo sport o le attività extra scolastiche che richiedono rapidi spostamenti da un luogo all’altro della città e che lasciano ai bambini poco spazio per giocare in libertà. Purtroppo i tempi moderni impongono agli adulti e ai bimbi di essere sempre performanti, le attività sono sempre organizzate nei minimi dettagli e non lasciano spazio alla creatività e al gioco libero. Sappiamo che queste carenze, sia per gli adulti che per i piccini, comportano grande dispendio energetico e sono grande fonte di stress. Per questi motivi riteniamo che i bambini debbano avere la possibilità di sperimentarsi, di crescere giocando tra loro, di imparare a relazionarsi. Uno degli obiettivi che ci poniamo nel pensare le attività che vorremmo proporre è quello di lasciare ai bambini il tempo loro necessario. Esplorare, giocare, analizzare e imparare sono attività che richiedono tempo e che se fatte con il rimo giusto diventano divertenti e emozionanti. Proprio per questi motivi le attività sono pensate per i bambini e con i bambini.
I bambini di oggi sovente non sanno riempire il tempo “vuoto”. Nella nostra società non è ammesso annoiarsi, soffermarsi a riflettere troppo a lungo, ma ogni momento deve essere riempito, ogni attimo deve essere divertente e emozionante. I bambini devono invece riapprendere a gestire gli spazi e i tempi, se necessario devono provare la noia per poterla riconoscere e saperla affrontare.
L’ambiente come maestro e l’esperienza diretta
La natura che ci circonda è senza ombra di dubbio il miglior maestro possibile. Riuscire ad entrare in connessione con essa ci permette di crescere in maniera consapevole. Un bambino che sperimenta la relazione con la natura impara a gestire il rapporto con essa. Imparare ad arrampicare, sbucciarsi le ginocchia, riconoscere altre forme di vita e imparare a rispettarle ci permette di crescere e il bambino che ha la possibilità di sperimentare se stesso è un bambino attento, sia alle sue necessità, si alle necessità altrui. Affrontare i propri limiti, saperli riconoscere e affrontare ci permette di imparare a gestire il rischio. Esperire le situazioni e vivere le emozioni ci permette di saperle riconoscere e controllare. Per questi motivi quando pensiamo ad un centro estivo possiamo solo immaginarlo che si svolga in prevalenza all’aperto, che preveda di lasciare molto tempo al gioco libero e all’esperienza, che sia organizzato, ma non in maniera opprimente e soprattutto un centro estivo che metta al centro il bambino e le sue esigenze.
La natura che ci circonda è senza ombra di dubbio il miglior maestro possibile. Riuscire ad entrare in connessione con essa ci permette di crescere in maniera consapevole. Un bambino che sperimenta la relazione con la natura impara a gestire il rapporto con essa. Imparare ad arrampicare, sbucciarsi le ginocchia, riconoscere altre forme di vita e imparare a rispettarle ci permette di crescere e il bambino che ha la possibilità di sperimentare se stesso è un bambino attento, sia alle sue necessità, si alle necessità altrui. Affrontare i propri limiti, saperli riconoscere e affrontare ci permette di imparare a gestire il rischio. Esperire le situazioni e vivere le emozioni ci permette di saperle riconoscere e controllare. Per questi motivi quando pensiamo ad un centro estivo possiamo solo immaginarlo che si svolga in prevalenza all’aperto, che preveda di lasciare molto tempo al gioco libero e all’esperienza, che sia organizzato, ma non in maniera opprimente e soprattutto un centro estivo che metta al centro il bambino e le sue esigenze.
Accessibilità ai servizi e flessibilità
Riteniamo che sia diritto di tutti, indistintamente da fattori che possono essere frutto di disuguaglianza, aver accesso ai servizi che proponiamo. Prima di poter però affrontare situazioni in cui sia necessario impostare particolari attenzioni, educative e non, cerchiamo di stabilire quali siano le criticità e valutiamo se il nostro attuale livello organizzativo ci permette di farvi fronte. Ritenere il diritto alla partecipazione fondamentale implica, secondo noi, anche l’onere di essere consapevoli dei propri limiti, al fine di fornire un servizio che sia soddisfacente. Per questi motivi l’ammissione alle attività estive di bambini con particolari esigenze deve essere valutata di volta in volta, in modo tale che la progettazione delle proposte possa divenire flessibile e ci permetta di mettere in campo tutti gli accorgimenti necessari per far sì che il centro estivo sia una bella esperienza.
Riteniamo che sia diritto di tutti, indistintamente da fattori che possono essere frutto di disuguaglianza, aver accesso ai servizi che proponiamo. Prima di poter però affrontare situazioni in cui sia necessario impostare particolari attenzioni, educative e non, cerchiamo di stabilire quali siano le criticità e valutiamo se il nostro attuale livello organizzativo ci permette di farvi fronte. Ritenere il diritto alla partecipazione fondamentale implica, secondo noi, anche l’onere di essere consapevoli dei propri limiti, al fine di fornire un servizio che sia soddisfacente. Per questi motivi l’ammissione alle attività estive di bambini con particolari esigenze deve essere valutata di volta in volta, in modo tale che la progettazione delle proposte possa divenire flessibile e ci permetta di mettere in campo tutti gli accorgimenti necessari per far sì che il centro estivo sia una bella esperienza.
L’adulto come mediatore e la relazione
L’educatore, secondo noi, deve essere persona attenta e responsabile che si relazioni con i bambini, che sia propositivo e che vigili sui bambini, ma che non si sostituisca a loro nelle attività. La relazione nelle nostre attività svolge un ruolo di rilievo. Una proposta ben riuscita è la risultante di più fattori, tra essi la competenza in campo relazionale con i fruitori del servizio è fondamentale. Sapersi rapportare con i bambini e con gli adulti, condividere i principi che stanno alla base del nostro progetto e mettere le proprie competenze a disposizione del servizio sono requisiti fondamentali per lavorare con Terra terra. Per questi motivi siamo molto esigenti nel valutare con chi collaborare e in che modo. Al fine di proporre attività che abbiano una valenza educativa e siano in grado di contribuire allo sviluppo della creatività e della persona ci proponiamo di avvalerci della collaborazione di esperti nei vari settori delle educazioni.
L’educatore, secondo noi, deve essere persona attenta e responsabile che si relazioni con i bambini, che sia propositivo e che vigili sui bambini, ma che non si sostituisca a loro nelle attività. La relazione nelle nostre attività svolge un ruolo di rilievo. Una proposta ben riuscita è la risultante di più fattori, tra essi la competenza in campo relazionale con i fruitori del servizio è fondamentale. Sapersi rapportare con i bambini e con gli adulti, condividere i principi che stanno alla base del nostro progetto e mettere le proprie competenze a disposizione del servizio sono requisiti fondamentali per lavorare con Terra terra. Per questi motivi siamo molto esigenti nel valutare con chi collaborare e in che modo. Al fine di proporre attività che abbiano una valenza educativa e siano in grado di contribuire allo sviluppo della creatività e della persona ci proponiamo di avvalerci della collaborazione di esperti nei vari settori delle educazioni.
La partecipazione dei genitori
Il termine "centro estivo" (che noi non usiamo perché riteniamo che quello da noi proposto non sia un centro estivo) spesso viene definito come attività organizzata per i bambini in modo tale che i genitori possano continuare ad andare a lavorare durante l’estate trovando un posto in cui far stare i propri figli. Nel nostro caso vorremmo che la situazione fosse differente. I genitori che ne hanno la possibilità potranno partecipare alle giornate del centro, per intero o in maniera parziale, a patto che siano soci dell’associazione Terra terra. Questo sia per fini assicurativi, sia perché riteniamo che sia importante condividere valori e esperienza per crescere. Inoltre analizzando i bisogni dei bambini ci siamo resi conto che spesso in estate questi ultimi manifestano la volontà di partecipare ad attività in cui siano presenti anche altri bambini, ma non sempre questo è possibile. Sempre per il principio della flessibilità e quelli elencati in precedenza riteniamo che permettere l’accesso al "camp" ai genitori sia un punto di forza della nostra proposta.
Il termine "centro estivo" (che noi non usiamo perché riteniamo che quello da noi proposto non sia un centro estivo) spesso viene definito come attività organizzata per i bambini in modo tale che i genitori possano continuare ad andare a lavorare durante l’estate trovando un posto in cui far stare i propri figli. Nel nostro caso vorremmo che la situazione fosse differente. I genitori che ne hanno la possibilità potranno partecipare alle giornate del centro, per intero o in maniera parziale, a patto che siano soci dell’associazione Terra terra. Questo sia per fini assicurativi, sia perché riteniamo che sia importante condividere valori e esperienza per crescere. Inoltre analizzando i bisogni dei bambini ci siamo resi conto che spesso in estate questi ultimi manifestano la volontà di partecipare ad attività in cui siano presenti anche altri bambini, ma non sempre questo è possibile. Sempre per il principio della flessibilità e quelli elencati in precedenza riteniamo che permettere l’accesso al "camp" ai genitori sia un punto di forza della nostra proposta.
Esperienza in sicurezza
Educare al rischio comporta la necessità di essere consapevoli di ciò che si va a fare con i bambini. Permettere ad un bimbo di arrampicarsi su un albero o di scalare una roccia non significa assolutamente abbandonarlo a sé stesso, ma permettergli di sviluppare autonomia e autostima, il tutto sotto la supervisione di un adulto. L’educatore, come enunciato in precedenza svolge il ruolo di mediatore, senza sostituirsi al bambino. Il che vuol dire sostenerlo nelle difficoltà e controllare che i pericoli che il minore affronta siano adeguati alle sue capacità e alla sua età, al suo sviluppo motorio e alle sue competenze. Per questo motivo il rapporto numerico che intendiamo mantenere all’interno del centro estivo è al massimo di un educatore ogni otto bambini, in modo tale da poter garantire un’assistenza personalizzata ad ognuno e poter rendere maggiormente flessibili la attività proposte. Se un bambino non vorrà andare in passeggiata perché troppo stanco o semplicemente perché dovesse manifestare il desiderio di rimanere presso il centro a giocare cercheremo di soddisfare la sua richiesta, senza obbligarlo.
Educare al rischio comporta la necessità di essere consapevoli di ciò che si va a fare con i bambini. Permettere ad un bimbo di arrampicarsi su un albero o di scalare una roccia non significa assolutamente abbandonarlo a sé stesso, ma permettergli di sviluppare autonomia e autostima, il tutto sotto la supervisione di un adulto. L’educatore, come enunciato in precedenza svolge il ruolo di mediatore, senza sostituirsi al bambino. Il che vuol dire sostenerlo nelle difficoltà e controllare che i pericoli che il minore affronta siano adeguati alle sue capacità e alla sua età, al suo sviluppo motorio e alle sue competenze. Per questo motivo il rapporto numerico che intendiamo mantenere all’interno del centro estivo è al massimo di un educatore ogni otto bambini, in modo tale da poter garantire un’assistenza personalizzata ad ognuno e poter rendere maggiormente flessibili la attività proposte. Se un bambino non vorrà andare in passeggiata perché troppo stanco o semplicemente perché dovesse manifestare il desiderio di rimanere presso il centro a giocare cercheremo di soddisfare la sua richiesta, senza obbligarlo.